L’insediamento di Donald Trump come nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America ha di fatto cambiato anche i social con un ordine esecutivo per salvare TikTok.
Sono 75 i giorni di tempo dopo la firma del presidente alla Casa Bianca. Dalla Cina arriva un messaggio chiaro e diretto “gli Usa ascoltino la voce della ragione”.
Il presidente ha specificato: “Si tratta di un’app che usano i più giovani e se la Cina ruba i dati dei giovani, sinceramente non è un grande problema. Abbiamo delle difficoltà più impellenti”. Il provvedimento firmato prende tempo e prevede uno stop di 75 giorni di pausa dalla legge firmata che specifica come l’app cinese sia vietata.
Trump ha poi proposto che il gruppo cinese ceda agli Stati Uniti il 50% del capitale in cambio della non applicazione della legge stessa. Si tratta, evidentemente, di una mossa per cercare di rendere la nazione più ricca sfruttando un cavillo legale e considerando il fatturato dell’azienda cinese di un’entrata indiretta che contribuirebbe a sistemare diverse situazioni legate al paese a stelle e strisce. Andiamo a vedere da vicino alcune cose legate a quello che ha portato a questo tipo di legge.
La pausa dal divieto di TikTok negli Stati Uniti, che fermerà tutto per due mesi e mezzo, ci invita a riflettere su quando questo blocco è stato attivato. La legge è passata dal Congresso nel 2024 quando il presidente degli Stati Uniti era ancora Joe Biden. È però entrata in vigore solo domenica scorsa e imponeva alla ByteDance, azienda proprietaria del social dei giovani, di vendere l’app.
Nel weekend scorso si è visto il procedere della legge con diverse ore di oscuramento della stessa con possibilità di ridiscutere successivamente su una situazione che si prevede molto complicata sotto differenti punti di vista.
Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Guo Jiakun, ha specificato sull’ordinanza di Trump che blocca lo stop: “TikTok gioca un ruolo nella promozione dell’occupazione e negli stimoli dei consumi negli Usa. L’auspicio è che la parte americana possa ascoltare con attenzione la voce della ragione e dunque fornire apertura ed equità agli attori di mercato negli Stati Uniti”.
Trump ha specificato: “Potremmo decidere di imporre dazi alla Cina se troviamo l’accordo e Pechino non lo approva”. Parole forti che portano a una discussione a distanza che sembra andrà avanti ancora a lungo. Vedremo cosa ci dirà il tempo con settimane in cui potrebbe cambiare tutto ancora una volta.
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